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Blog di Enrico Ganasso

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Come Regolarizzare una Donazione all’Associazione

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Regolarizzare una donazione a favore di un’associazione significa mettere in ordine, sul piano giuridico, fiscale, contabile e documentale, tutto ciò che serve perché quel gesto abbia pieno valore per chi dona e per chi riceve. Significa fare in modo che il donatore possa, quando previsto, fruire di detrazioni o deduzioni; che l’associazione registri correttamente l’entrata, la renda tracciabile, ne rispetti l’eventuale vincolo di destinazione e la rappresenti con trasparenza nel bilancio e nei rendiconti; che non vi siano fraintendimenti con quote associative, sponsorizzazioni o pagamenti per servizi; che, se la donazione riguarda beni (e non denaro), siano rispettate le regole di accettazione, valorizzazione e presa in carico; che, in caso di donazioni complesse (immobili, lasciti testamentari), si adottino le forme prescritte. Questa guida accompagna passo passo sia l’associazione sia il donatore, con una logica operativa e pratica, così da evitare scivoloni e sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’ordinamento.

Indice

  • 1 Chiarire natura e finalità della donazione
  • 2 Scegliere la forma di pagamento e garantire la tracciabilità
  • 3 Predisporre e rilasciare la ricevuta corretta
  • 4 Inquadrare correttamente le agevolazioni fiscali del donatore
  • 5 Registrare la donazione in contabilità e nel bilancio
  • 6 Gestire le donazioni in natura: accettazione, valutazione, presa in carico
  • 7 Donazioni immobiliari e lasciti testamentari: forme e cautele
  • 8 Donazioni destinate e fondi vincolati: come rispettare l’intento del donatore
  • 9 Privacy e relazione con il donatore: consensi, archiviazione, comunicazioni
  • 10 Raccolte fondi ed eventi: regole specifiche e rendicontazione
  • 11 Donazioni da imprese e sponsorizzazioni: linee di confine operative
  • 12 Verifiche interne, deleghe e governance
  • 13 Cosa fare in caso di criticità: errori, storni, reclami
  • 14 Conclusioni

Chiarire natura e finalità della donazione

Il primo snodo è la natura del trasferimento. Una donazione è una liberalità: un’erogazione senza contropartita. Se in cambio l’associazione offre visibilità pubblicitaria, spazi, servizi o benefici economici specifici, non si è più nell’ambito della donazione, ma in quello della sponsorizzazione o di uno scambio commerciale; questo ha ricadute su IVA, imposte dirette e rendicontazione. È quindi importante che, già nella causale del pagamento e nella ricevuta, emerga con chiarezza che si tratta di “erogazione liberale”, e che non vi siano benefici promozionali “promessi” al donatore. L’associazione può, ovviamente, ringraziare pubblicamente; ma se il ringraziamento diventa una prestazione pubblicitaria sistematica, la natura cambia.

Una seconda distinzione riguarda la finalità: donazione “generica”, utilizzabile dall’associazione per le attività istituzionali, oppure donazione con vincolo di destinazione (ad esempio per un progetto, una borsa di studio, l’acquisto di un mezzo). Nel secondo caso il vincolo va accettato dall’associazione e rispettato anche in contabilità, con la creazione di voci di entrata e di spesa dedicate, così che sia sempre chiaro se e come le risorse sono state impiegate.

Scegliere la forma di pagamento e garantire la tracciabilità

Per rendere la donazione regolare e, quando ne ricorrano i presupposti, fiscalmente agevolabile, la tracciabilità è fondamentale. I mezzi di pagamento consigliati sono il bonifico bancario o postale, la carta (fisica o online), l’addebito diretto SEPA per donazioni ricorrenti e, in generale, ogni strumento tracciabile riconducibile in modo univoco al donatore. L’uso del contante, oltre a essere soggetto a limiti generali di legge, non consente al donatore di dimostrare l’uscita con la stessa forza probatoria di un bonifico o di una carta; l’associazione, dal canto suo, gestisce meglio la tesoreria con movimenti bancari. In causale è buona prassi indicare “erogazione liberale”, il progetto (se c’è un vincolo) e i dati minimi per collegare il movimento alla persona (ad esempio codice fiscale del donatore, se consentito dal canale).

Per donazioni ricorrenti, l’associazione può utilizzare un mandato SEPA (SDD). In tal caso è opportuno predisporre un modulo di autorizzazione con le clausole di recesso chiare, raccogliere il consenso al trattamento dei dati e inviare al donatore la pre-notifica degli addebiti (importo e data) secondo le regole bancarie.

Predisporre e rilasciare la ricevuta corretta

La ricevuta è il documento che attesta la liberalità. Deve riportare la denominazione completa dell’associazione, il codice fiscale (ed eventualmente la partita IVA), la sede legale, i riferimenti all’iscrizione nel registro pertinente (per gli enti del Terzo Settore, l’iscrizione al RUNTS), i dati del donatore (nome, cognome o ragione sociale, indirizzo, codice fiscale/partita IVA), la data, l’importo e la causale “erogazione liberale”. Se esiste un vincolo di destinazione, va indicato. Se il donatore chiede un documento utile per beneficiare di detrazioni/deduzioni, la ricevuta deve essere coerente con i requisiti fiscali applicabili in base alla qualifica dell’ente (ETS, ODV, APS, ecc.).

Nel caso di donazioni in natura, la ricevuta descrive il bene, la quantità e, quando possibile, il valore normale o il costo storico (per le imprese donatrici), nonché le condizioni di consegna. L’associazione allega, per uso interno, i documenti di presa in carico (verbale del consiglio direttivo di accettazione, carico a magazzino/inventario, eventuale perizia o stima).

Inquadrare correttamente le agevolazioni fiscali del donatore

Sul lato del donatore, la fruizione di vantaggi fiscali dipende dalla qualifica dell’ente beneficiario e dalla forma giuridica del donatore. Gli enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS godono di discipline specifiche per le erogazioni liberali; per le persone fisiche, il legislatore prevede generalmente la possibilità di detrarre una percentuale dell’importo donato entro certi limiti o, in alternativa, di dedurre una quota dal reddito complessivo. Le imprese, a determinate condizioni, possono dedurre le liberalità nel rispetto di tetti e regole di inerenza.

Per sfruttare queste misure è essenziale che il pagamento sia tracciabile e che il documento rilasciato dall’associazione contenga i dati richiesti. È buona prassi che l’associazione, senza fornire consulenza fiscale, informi sul proprio status (es. “associazione di promozione sociale iscritta al RUNTS”) e ricordi al donatore di rivolgersi al proprio professionista per l’inquadramento, evitando promesse fuorvianti. Le agevolazioni sono talora diverse per ODV e APS rispetto ad altri ETS, e cambiano se l’ente non è ancora trasmigrato nella nuova disciplina: essere precisi su chi si è e su cosa si riceve è la condizione per non creare aspettative errate.

Registrare la donazione in contabilità e nel bilancio

Dal punto di vista dell’associazione, la donazione va registrata tempestivamente nella prima nota cassa/banca e nei registri contabili utilizzati. Gli ETS adottano il rendiconto per cassa o il bilancio secondo gli schemi previsti, che distinguono tra proventi da attività di interesse generale, proventi da raccolta fondi e altre entrate. Le erogazioni liberali devono essere ricondotte alla voce appropriata e, se vincolate, gestite con conti dedicati (fondi vincolati) per rendere evidente l’utilizzo conforme. Per le raccolte pubbliche occasionali collegate a un evento, è opportuno redigere un rendiconto specifico dell’iniziativa, con l’indicazione delle spese sostenute e delle somme nette destinate al fine, in coerenza con le regole di trasparenza del Terzo Settore.

Nelle note integrative, o nella relazione di missione, l’associazione può spiegare la natura delle liberalità ricevute, la loro incidenza sul perseguimento degli scopi, l’eventuale presenza di donazioni “in natura” e la policy seguita per la valorizzazione. Questo rafforza la fiducia e rende il bilancio leggibile ai donatori.

Gestire le donazioni in natura: accettazione, valutazione, presa in carico

Quando la liberalità non è denaro ma beni o servizi, la regolarizzazione richiede qualche passaggio in più. Il consiglio direttivo dovrebbe deliberare l’accettazione, specie se il bene comporta oneri (custodia, manutenzione, assicurazione) o se si tratta di beni registrati (veicoli, immobili). Va redatta una descrizione puntuale del bene, con stato d’uso, numero di serie, eventuali manuali o certificazioni. La valorizzazione contabile, quando necessaria, può avvenire a valore normale di mercato, a costo storico (se documentato dal donatore impresa) o a stima prudenziale, in coerenza con i principi contabili dell’ente.

Per i beni soggetti a registrazione (autoveicoli, imbarcazioni) occorrono gli adempimenti presso i registri competenti e, in generale, l’intervento di un notaio o di un pubblico ufficiale a seconda del bene. L’associazione valuta sempre la sostenibilità dell’accettazione: un dono non è “gratis” se genera costi ricorrenti fuori scala per la realtà associativa.

Donazioni immobiliari e lasciti testamentari: forme e cautele

Per immobili o diritti reali su immobili, la donazione richiede atto pubblico notarile, con testimoni e tutte le verifiche del caso. L’associazione, specie se ETS, può beneficiare di regimi agevolativi su talune imposte indirette, ma la pianificazione passa dal notaio, che verifica anche l’assenza di pesi, vincoli e oneri e l’allineamento catastale. È importante che l’organo associativo competente autorizzi la stipula, secondo statuto.

Per i lasciti testamentari, l’associazione dovrebbe dotarsi di una policy di relazione con i potenziali testatori, fornendo informazioni chiare sulle forme di testamento (olografo, pubblico, segreto), sui dati identificativi dell’ente e sull’opportunità di indicare con precisione i beni o le quote. Dopo l’apertura della successione, occorre curare l’accettazione dell’eredità o del legato e tutti gli adempimenti fiscali e civilistici. Anche qui il supporto di un professionista tutela l’ente e onora la volontà del de cuius.

Donazioni destinate e fondi vincolati: come rispettare l’intento del donatore

Quando il donatore attribuisce un vincolo (per esempio “per il progetto X” o “per borse di studio”), l’associazione deve prima verificare se quel vincolo è compatibile con scopi e programmi. Se lo è, conviene formalizzare l’accettazione del vincolo in una breve lettera di ringraziamento che riprende gli estremi della donazione e l’impegno a destinare le risorse come richiesto. In contabilità si istituisce un fondo vincolato, si imputano a esso le entrate e le spese connesse e, in bilancio o in un report al donatore, si dà conto dell’avanzamento. La trasparenza sui fondi vincolati è essenziale: impedisce la confusione con le spese generali e rafforza la fiducia.

Se il vincolo non è compatibile o è inattuabile (ad esempio un progetto non parte), è corretto aprire un dialogo con il donatore per concordare una destinazione alternativa affine, o restituire la somma. Mai “forzare” una diversa destinazione senza consenso: la regolarità passa anche dal rispetto dell’intento espresso.

Privacy e relazione con il donatore: consensi, archiviazione, comunicazioni

Raccogliere e gestire i dati dei donatori comporta obblighi privacy. L’associazione deve rendere un’informativa chiara sul trattamento dei dati (per la gestione della donazione, l’eventuale invio di aggiornamenti o campagne future) e acquisire, ove necessario, un consenso specifico per comunicazioni di marketing sociale. I dati vanno conservati in modo sicuro, con accessi profilati, e solo per il tempo necessario agli scopi. È buona pratica offrire ai donatori un’area o un canale dedicato per aggiornare preferenze e recapiti, e per chiedere in ogni momento la cessazione delle comunicazioni non necessarie.

Una relazione di qualità non si esaurisce nella ricevuta: un ringraziamento personalizzato, un breve resoconto di impatto a distanza di mesi, la disponibilità a chiarire dubbi fiscali o amministrativi senza improvvisarsi consulenti sono tasselli che fanno la differenza e sostengono la fidelizzazione.

Raccolte fondi ed eventi: regole specifiche e rendicontazione

Se la donazione nasce all’interno di una raccolta fondi (campagna online, evento, cena di beneficenza), occorre distinguere tra erogazioni pure e corrispettivi per beni/servizi (biglietti, gadget). Nelle raccolte occasionali collegate a un evento l’associazione redige, a consuntivo, un rendiconto specifico con entrate e spese, anche semplificato, per garantire trasparenza. Per le campagne continuative, specie se gestite su piattaforme di crowdfunding, è essenziale sincronizzare i dati delle piattaforme con la contabilità interna, emettere le ricevute quando richieste e assicurare la tracciabilità dei flussi.

Se l’associazione è un ETS, verifichi gli obblighi di pubblicazione di bilanci e rendiconti sul proprio sito, e le regole sull’informativa al pubblico relative a campagne di raccolta fondi. La coerenza tra ciò che si promette al donatore e ciò che si realizza è l’essenza della regolarità.

Donazioni da imprese e sponsorizzazioni: linee di confine operative

Le imprese possono sostenere un’associazione con donazioni oppure con sponsorizzazioni. Nel primo caso, nessuna contropartita; nel secondo, il sostegno è collegato a un ritorno di immagine (logo, esposizione). Per regolarizzare una donazione d’impresa, valgono le stesse regole di tracciabilità e ricevuta; l’azienda si occuperà poi con il proprio consulente della deducibilità. Se invece la richiesta è di visibilità strutturata, occorre un contratto di sponsorizzazione, l’applicazione dell’IVA da parte dell’associazione (se dovuta in base al regime fiscale adottato) e la corretta imputazione come provento commerciale. Tenere limpida questa linea di confine evita contestazioni e tutela sia l’ente sia il donatore.

Verifiche interne, deleghe e governance

L’accettazione delle donazioni deve rispettare lo statuto e le regole di governance. Per somme significative o beni, è opportuno che il consiglio direttivo deliberi l’accettazione e la destinazione; per donazioni destinate, meglio formalizzare la presa d’atto e la responsabilità del referente di progetto. Stabilire chi firma le ricevute, chi gestisce i rapporti con i donatori, chi aggiorna la contabilità e chi cura gli adempimenti di trasparenza riduce il rischio di errori operativi. Una check-list interna con i passaggi per donazioni in denaro e in natura è uno strumento semplice ma potente.

Cosa fare in caso di criticità: errori, storni, reclami

Può capitare che un donatore sbagli importo o invii due volte la stessa somma. Una procedura chiara di storno o rimborso, collegata ai sistemi di pagamento usati, permette di correggere senza frizioni. Se sorgono reclami (ad esempio sulla mancata emissione della ricevuta, o su comunicazioni indesiderate), rispondere in tempi rapidi, spiegando i passaggi e correggendo l’errore, è la miglior forma di regolarizzazione ex post. In casi di donazioni con vincolo non rispettato, la restituzione totale o parziale è una scelta di correttezza che preserva reputazione e fiducia.

Conclusioni

Regolarizzare una donazione all’associazione è un percorso che parte dalla chiarezza del gesto e arriva fino alla sua rappresentazione nei conti e nella comunicazione. Il filo rosso è la trasparenza: chiamare le cose con il loro nome (donazione e non sponsorizzazione), usare canali tracciabili, rilasciare ricevute complete, rispettare eventuali vincoli, contabilizzare con ordine, informare i donatori e proteggere i loro dati. Quando la liberalità riguarda beni complessi o diritti reali, la forma è sostanza: coinvolgere un notaio o un professionista non è burocrazia, ma garanzia di efficacia. Per chi dona, la regolarità si traduce nella possibilità di valorizzare fiscalmente il gesto; per l’associazione, si traduce in credibilità, possibilità di crescere e di rendere conto. Con procedure semplici ma rigorose, ogni donazione diventa un mattone solido del progetto associativo, capace di reggere nel tempo e di moltiplicare il suo impatto sociale.

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