Spesso poco considerata, la montatura di un telescopio è una componente fondamentale che non ha solo il ruolo di sostenere le altre parti, come lente e tubo ottico. La montatura comprende la struttura meccanica che sorregge la strumentazione ottica e la strumentazione di misurazione come fotometro e CCD. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere il modello di treppiede in base a criteri di qualità, stabilità, prezzo e corretta informazione per il consumatore.
Indice
A cosa serve
Come già detto, la montatura non ha solo lo scopo di sorreggere la strumentazione ottica: a causa del movimento antiorario della Terra, il telescopio deve essere capace di roteare sul proprio asse per mantenere centrato l’oggetto in esame, senza contare la possibilità di scattare una foto. Senza un sistema di correzione del movimento terrestre, qualsiasi soggetto osservato uscirebbe dal campo ottico del telescopio nel giro di qualche secondo. Il compito della montatura è quindi quello di correggere il movimento terrestre allo scopo di mantenere all’interno del campo ottico il soggetto.
Per annullare completamente l’effetto di moto apparente delle stelle, da Est a Ovest, la montatura deve essere capace di ruotare in senso orario, da Ovest verso Est, alla stessa identica velocità della Terra. Questa tipologia di movimento è conosciuta come “azimuth”. Per essere in grado di eseguire questo compito, la montatura di un telescopio deve soddisfare una serie di requisiti.
Come sono fatte le montature per telescopio
La montatura, meccanicamente parlando, deve possedere una struttura rigida, non flessibile, che garantisca un movimento della strumentazione ottica molto dolce; tutto questo è necessario per evitare qualsiasi vibrazione che possa causare lo spostamento del soggetto centrato. La montatura deve anche muoversi ad una velocità costante, così da mantenere sempre centrato il soggetto desiderato senza causare alcuna fuga laterale.
La struttura composta da tubo ottico e montatura è considerata la parte meccanica del telescopio. Esiste comunque una componente elettronica del telescopio, necessaria per garantire il movimento del telescopio, la sua inclinazione e la velocità della rotazione. Una componente software accompagna la componente elettronica: è impossibile regolare manualmente, in tempo reale, ogni parametro necessario per inquadrare un soggetto e per mantenerne la visuale per un periodo controllato; questo compito spetta ad una centralina informatica collegata ad un computer dal quale possono essere inserite le coordinate del soggetto. Esiste anche una complessa rete di sensori, in grado di segnalare al computer qualsiasi errore non previsto; il computer provvederà ad inserire le dovute correzioni per non perdere il soggetto. La montatura del telescopio non è unica: esistono diverse tipologie, ognuna con le sue particolarità strutturali e le applicazioni specifiche.
Montatura altazimutale
La montatura altazimutale è la più vecchia, ma è comunque tutt’ora usata nella progettazione dei telescopi odierni. Inoltre, quando iniziarono ad essere costruiti i primi telescopi, lo sviluppo tecnologico allora raggiunto permetteva solo questa tipologia di montatura. Il principio alla base della montatura altazimutale è semplice: per compensare il moto terrestre, in verso antiorario, la montatura deve essere capace di roteare in verso orario e di variare la sua elevatezza. Questi due tipologie di movimento sono dette azimuth ed elevazione.
La montatura altazimutale è semplice da realizzare e la sua struttura è leggera ma contemporaneamente resistente, requisiti indispensabili per una montatura che deve sorreggere una strumentazione ottica dal peso di diverse tonnellate.
La lente usata nella progettazione dei moderni telescopi, come spiegato in questa guida su Telescopiofacile.com, può arrivare a misurare una diametro di 30 o 50 metri; è quindi indispensabile che la montatura usata appartenga alla tipologia altazimutale. La rotazione della montatura è affidata ad una complessa struttura di puntamento motorizzata.
Montatura equatoriale
L’altra tipologia di montatura, suddivisa in ulteriori sub-tipologie, è la montatura equatoriale. Tutte le montature di questo modello possiedono due caratteristiche comuni, una fisica e una strumentale. La particolarità di questa montatura è che l’asse sulla quale ruota è inclinata rispetto alla superficie; in particolare l’asse punta verso il Polo Nord celeste. La seconda caratteristica è invece la cosiddetta “invariabilità della declinazione strumentale”: questa particolare caratteristica permette che, una volta centrato il soggetto, solo il moto di rotazione siderale produca effetti, eliminando la rotazione di campo.
Le subtipologie di montatura equatoriale più usate sono
montatura “alla tedesca”, detta di Fraunhofer;
montatura “alla inglese”;
montatura Porter, detta “a ferro di cavallo”
montatura fotografica.
Il telescopio Hale, sul Monte Palomar, sfrutta una montatura equatoriale ed ha installato una lente da 5 metri.
Altre tipologie di sostegni per telescopi
Esistono altre montature, tra queste spicca la montatura “altitude-altitude”, abbreviata “alt-alt”. Questa particolare montatura è un ibrido tra la montatura altazimutale e la montatura equatoriale. Strutturalmente è una variazione della montatura “all’inglese”; in questo caso la “culla”, cioè la struttura meccanica che ingloba il telescopio, è parallela alla superficie terrestre anziché puntare al Polo Nord celeste. Così facendo, la massa può scaricarsi su quello che è considerato il centro ideale gravitazionale del telescopio, eliminando le possibili flessioni che possono verificarsi nella normale montatura equatoriale.